Sicurezza sul lavoro: “Regione rafforzi dipartimento prevenzione. Nuovi mestieri non siano nuove forme di sfruttamento”

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Durante la seduta del Consiglio regionale dedicata al tema della sicurezza sul lavoro è stata approvata una risoluzione sottoscritta da tutti i gruppi consiliari che impegna la Giunta a potenziare le strutture delle prevenzione collettiva

La sicurezza nei luoghi di lavoro è un tema complesso, un incrocio tra consapevolezza, formazione e competenze su cui tutti gli attori coinvolti devono compiere sforzi ulteriori a quelli messi in campo finora.  La sicurezza dei propri dipendenti è una scelta precisa che un’azienda ha il dovere di percorrere, e una cognizione che il lavoratore ha il diritto di avere. Ma perché questo meccanismo di conoscenza e di rispetto delle competenze reciproche funzioni abbiamo bisogno di un sistema del lavoro incentrato su rispetto delle leggi, stabilità e qualità dell’occupazione. Questo evidentemente non accade in particolar modo là dove le aziende per risparmiare assumono con contratti che non sono quelli di categoria, aggirando le norme su sicurezza e formazione.

Usciamo da questo Consiglio regionale con un atto comune e con la pretesa che la Regione Toscana continui a segnare un’azione costante sul tema della sicurezza. Abbiamo la necessità di dare centralità all’area prevenzione e sicurezza della Regione Toscana: potenziando il dipartimento, specializzandolo e arricchendolo di competenze ulteriori a quelle sanitarie, poiché di fronte a un’evoluzione costante dei lavori cambiano e si infittiscono gli elementi di rischio. È di pochi giorni fa la sentenza del Tribunale di Torino che riguarda sei rider di uno dei colossi della distribuzione alimentare espulsi dalla piattaforma di riferimento per aver protestato per le condizioni in cui operavano. In tutto il Paese i nuovi fattorini sono circa 50mila: senza contratto, pagati a cottimo e senza nessun tipo di tutele sanitarie. Non basterà la battaglia per la reintroduzione dell’articolo 18, che peraltro sostengo, a tutelarli e a rispondere alla loro legittima richiesta di diritti, dignità e sicurezza. Sarà compito delle istituzioni, della politica, del sindacato sapere leggere nella sua interezza la realtà che abbiamo di fronte e trovare risposte adeguate, affinché le nuove forme di lavoro non diventino nuove forme di sfruttamento.

 

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