Disabili, la Regione come garantisce progetti personalizzati?

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“I percorsi individuali previsti dal sistema socio sanitario regionale rischiano di essere stravolti”

A seguito dell’apertura di strutture con decine di posti letto ho presentato un interrogazione: “Pericolo di standardizzazione dei servizi. La Regione come intende tutelare progetti specifici e individuali previsti dal sistema socio-sanitario?”

Tra le finalità principali del diritto delle persone con disabilità c’è la realizzazione di progetti individuali personalizzati volti a incentivare una vita indipendente e una cittadinanza attiva. Percorsi di questo tipo mirano a recuperare capacità di gestione della quotidianità e a promuovere l’autonomia, le pari opportunità e la coesione sociale.

Non proprio la direzione intrapresa da strutture che nel territorio regionale – già aperte o in procinto di farlo – contano decine e decine di posti e conseguentemente piani di recupero standardizzati. Ci riferiamo alla struttura recentemente inaugurata a San Giuliano Terme, con capienza di circa 100 persone,  e all’ipotesi di un’esperienza analoga a Empoli, con capienza di circa 70 persone.

Questo non coincide con quanto previsto da diversi provvedimenti e linee d’indirizzo contenuti nel nostro sistema socio- sanitario regionale e dalle norme in materia di diritti delle persone con disabilità che invece puntano a una deistituzionalizzione dei percorsi. Per renderli più diretti, più accessibili ed efficienti. E non coincide neanche coi bisogni espressi dalle associazioni regionali dei familiari.

Chiediamo in che modo la Giunta interverrà rispetto a iniziative di questo tipo, che di fatto non applicano gli indirizzi riguardanti la realizzazione di progetti individuali specializzati. E in secondo luogo: come pensa di assicurare l’omogeneità dei servizi in tutto il territorio regionale e insieme la collocazione di tali strutture all’interno del tessuto urbano e con servizi a supporto alla domiciliarità.

La struttura di San Giuliano Terme ‘Le Vele’, realizzata dalla Fondazione ‘Dopo di noi a Pisa Onlus’, è situata in una zona lontana dal centro abitato. Stessa situazione a Empoli, dove, sulla base di un progetto della società della salute, c’è l’ipotesi di realizzare un ‘Centro polivalente per le disabilità’. Nella legge regionale 112/2016 si parla di moduli abitativi non superiore a cinque persone e fino a un massimo di 10.

Nel testo unico e nel documento di indirizzo per il miglioramento dei servizi socio-sanitari si prevede  – così come sancito nella L.r. n.66/08 – la promozione e lo sviluppo  di piani di apprendimento e di gestione della vita quotidiana da parte di persone con disabilità attraverso l’attivazione di percorsi assistenziali personalizzati. La legge regionale del 2005 n.41 ha introdotto  il sistema integrato di interventi per i servizi per la tutela dei servizi di cittadinanza sociale.

Quanto giustamente inserito all’interno delle normative regionali e nazionali non viene poi riscontrato nelle strutture per disabili da poco inaugurate. Un campo su cui la Regione deve intervenire, in difesa della coesione sociale e dell’accesso ai servizi.

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