Una risoluzione, approvata oggi (13 febbraio 2019) a maggioranza dal Consiglio regionale (21 voti a favore, 1 contrario, 6 astenuti), chiede alla Giunta un impegno per la piena e omogenea applicazione della Legge 194 su tutto il territorio regionale; tra gli obiettivi specifici la possibilità di libera scelta tra aborto farmacologico e chirurgico in tutte le strutture toscane in cui si attua l’aborto chirurgico e l’organizzazione della somministrazione dell’aborto farmacologico in strutture ambulatoriali/consultoriali, in stretta relazione ovviamente con gli Ospedali del territorio. Naturalmente, in piena sintonia con la Legge 194, la risoluzione chiede anche il potenziamento del ruolo del consultorio nel percorso IVG; la garanzia dell’informazione sull’accesso e le modalità di svolgimento dell’IVG; i setting adeguati di accoglienza e la privacy per tutto il percorso dell’IVG nonché la contraccezione gratuita di tutti i metodi che la scienza mette a disposizione.
“Questo risultato è frutto dei lavori di un Tavolo regionale che ha incrociato la collaborazione di molti soggetti, che ci tengo a ringraziare: i colleghi Consiglieri, che come me stanno prendendo parte al Tavolo, gli uffici del Dipartimento regionale guidato dall’assessore Saccardi, operatori e medici delle Aziende sanitarie regionali e in particolare la rete di Associazioni attive per la piena attuazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, che ci hanno sollecitato e hanno partecipato attivamente ai lavori”.
“Con questa risoluzione chiediamo di superare in Toscana le difficoltà che si sono presentate per l’utilizzo omogeneo della RU 486: del resto la stessa Legge 194 già prevedeva una sua attualizzazione, con percorsi che garantissero la massima tutela della salute e della dignità della donna. L’aborto farmacologico è infatti meno invasivo e più rispettoso del corpo della donna, ed è anche meno impattante per l’organizzazione del servizio”.
“E’ un passo avanti per garantire sempre più alle donne un percorso di scelta libera e consapevole. Il confronto con le Associazioni e i servizi delle Asl al Tavolo regionale per l’applicazione della Legge 194/78 ci ha messo però di fronte ad altri problemi, che dovremo affrontare: tra questi il ruolo dell’obiezione di coscienza, che va tutelata, ma che non può impattare pesantemente su tutto il sistema, fino a pregiudicarlo. Occorrerà anche tutelare meglio il diritto alla privacy, con percorsi nettamente differerenziati tra Ivg e maternità, cosa che purtroppo oggi non sempre accade. Infine dovremo lavorare per valorizzare sempre di più il ruolo dei Consultori, quali strutture dove si fa prevenzione ed educazione. Dalla Toscana dunque un chiaro segnale della difesa di un diritto delle donne, un diritto oggi sottoposto ad attacchi e che occorre non solo tutelare ma ampliare e rendere sempre più accessibile” .