Sanità Valdisieve, ristrutturazione distretto San Francesco (Pelago) Spinelli: “Scelta parziale, a rischio una progettazione complessiva”

La giornata mondiale dell’acqua
22 Marzo 2018
Tav Firenze: a lavoratori e pendolari servono risposte chiare. La mia interrogazione in Consiglio regionale
5 Aprile 2018

Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno Mdp e componente della Commissione sanità del Consiglio regionale, è intervenuta sulla riorganizzazione dei servizi socio sanitari della Valdisieve, annunciata dall’assessore alla salute Stefania Saccardi

 

La sanità pubblica toscana mette al centro un modello di assistenza territoriale al cittadino di cui sono perno le case della salute, i medici di medicina generale, l’integrazione socio-sanitaria e la programmazione dei servizi sul territorio basata sui bisogni delle comunità che implica un ruolo fondamentale delle amministrazioni locali. Un  modello di assistenza pubblica che a mio avviso è doveroso rafforzare e modernizzare, se vogliamo che il sistema sanitario rimanga pubblico e universalistico, in grado di rispondere al progressivo aumento delle cronicità; così come previsto dalla riforma sanitaria regionale approvata nel 2015. Leggendo le dichiarazioni dell’assessore alla salute Stefania Saccardi sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale nella Valdisieve a cui risponderebbe con la ristrutturazione del distretto di San Francesco a Pelago, mi chiedo se tali obiettivi siano stati presi in considerazioni o se invece non si sia deciso di procedere in un’altra direzione. Rinunciando, oltretutto, a un progetto regionale, proposto e condiviso con tutti gli attori sociali coinvolti, con la sola motivazione di un’ipotetica indisponibilità dei medici di medicina generale a partecipare al percorso. E optando per una soluzione parziale che guarda a un futuro in cui si implementano le convenzioni invece di rafforzare e rendere più capillare il sistema socio-sanitario pubblico. Domando se siamo di fronte a una scelta esclusivamente territoriale, o se invece questo prelude a un cambio di modello e di prospettiva che potrebbero riguardare l’intero territorio regionale. In tal caso, invitiamo l’assessore a riaprire un confronto con tutti gli attori coinvolti, Comuni, sindacati, medici, operatori socio-sanitari e Consiglio regionale.  Resta comunque il fatto che non può venir meno il ruolo centrale del pubblico nella programmazione e organizzazione dei servizi, nella presa in carico  dei cittadini e nella capacità generale di rispondere ai bisogni socio sanitari delle comunità.

 

Commenta con Facebook

n/a