Nel 2021 scadranno le concessioni per il servizio idrico integrato: siamo di fronte a un’opportunità storica che dobbiamo gestire come protagonisti, dando compiuta attuazione allo spirito del referendum del 2011. Non rinneghiamo l’esperienza fatta nel passato che ha comunque dato dei buoni risultati. Ma oggi il tempo è cambiato, le esigenze sono cambiate: sette anni fa il 96 per cento dei cittadini che ha partecipato al referendum sull’acqua ha fatto una scelta precisa. Gli enti pubblici, grazie all’esperienza maturata nel periodo di partecipazione nella gestione del settore, saranno in grado di intraprendere la strada ripublicizzazione, attraverso la creazione di una in House. I Sindaci dell’ambito tre dell’area fiorentina hanno già espresso la volontà di andare in questa direzione. Lancio questa sfida soprattutto ai colleghi del Pd invitandoli ad aprire un terreno di confronto con tutti i sindaci nel nome dell’interesse pubblico, dando ai cittadini un segnale chiaro su alcuni valori essenziali. Dal referendum del 2011 la gestione dell’acqua pubblica è stata oggetto di teorizzazioni così come di interventi e studi concreti, che tuttavia ad oggi non hanno portato a un assetto definitivo che possa definirsi pienamente soddisfacente. I problemi su come garantire il funzionamento del servizio, sposando al contempo le necessità di investimenti sulle strutture e scongiurando un continuo aumento delle tariffe, e su come conciliare la necessità di efficienza gestionale rafforzando il controllo pubblico, rimangono aperti. Possiamo affrontarli intraprendendo un percorso che tenga insieme la volontà espressa dai cittadini con una nuova fase nella gestione delle risorse; una fase in cui l’interesse pubblico prevalga su quello privato.