Sono anni che li vediamo sfrecciare in sella alle loro bici per le vie delle nostre città. Hanno sguardi concentrati – su google maps a volte più che sul traffico, perché prima arrivi e meglio è – grossi bauli colorati sulle spalle. Sono giovani e meno giovani. Consegnano cibo e bevande a domicilio.
Dei rider ormai si parla molto, in tv, sui giornali. Sono diventati l’emblema del lavoro povero, sottopagato, pagato a cottimo, senza tutele contrattuali, men che meno previdenziali e igienico sanitarie. I ciclofattorini sono la punta dell’iceberg di un’economia dei lavoretti, cosiddetta gig economy, che in Italia, in Europa e nel mondo, ormai riguarda milioni di persone e una moltitudine di professioni, si parla ancora troppo poco. E soprattutto si fa troppo poco, specialmente in Italia, per regolamentare e migliorare le condizioni di lavoro imposte dalla supremazia delle multinazionali.
Le piattaforme sono tante e dedicate ai più svariati settori: dalla consegna del cibo alle prestazioni domestiche, a quelle di liberi professionisti. Niente statuti del lavoro, nessun contratto nazionale o di collaborazione. A gestire il funzionamento delle piattaforme sono gli algoritmi che di volta in volta valutano e fanno crescere o meno la reputazione del lavoratore.
A seguito delle esperienze intraprese in altre parti d’Italia, come quella della Carta dei diritti dei lavoratori digitali di Bologna, o il caso della sentenza del tribunale di Torino che ha respinto la richiesta di sei ciclofattorini che chiedevano alla multinazionale del food delivery per cui lavoravano di essere riconosciuti come dipendenti, abbiamo sentito la necessità di aprire anche in Toscana una discussione su questo tema. Con l’auspicio di giungere alla realizzazione di una Carta, un vademecum, per il riconoscimento di alcuni diritti e per la predisposizione di strumenti, come luoghi di ritrovo, utili ai lavoratori digitali, alla costruzione di una voce collettiva. Un percorso da far sottoscrivere ai Comuni, alle società e alle aziende che operano nei settori interessati.
Resta comunque l’imprescindibile necessità di una legge nazionale che garantisca un salario minimo, tutele sanitarie e previdenziali, e di una regolamentazione internazionale in grado di bilanciare la grande sproporzione che esiste nei rapporti di forza tra i grandi colossi del web, e non solo, e i lavoratori. Il commercio deve svolgersi in mercati regolati da norme stabilite da processi politici democratici.
Per questo il 4 giugno scorso come gruppo consiliare di Articolo Uno Mdp abbiamo organizzato un convegno – Gig Economy: lavoro e diritti al tempo delle piattaforme – in Consiglio regionale al quale abbiamo invitato a confrontarsi economisti, giuslavoristi, esponenti del sindacato e del mondo della politica. Lo abbiamo fatto per approfondire il fenomeno della gig economy, della app economy, e per capire quali forme di intervento sono necessarie. Quali gli attori istituzionali da coinvolgere e quali le competenze da mettere in campo.
Ringrazio tutti coloro che hanno reso parte alla giornata del 4 giugno: Dario Guarascio – economista; Emanuele Dagnino – ADAPT reserch fellow; Cristian Perniciano – consulta delle professioni Cgil; Federico Martelloni – consigliere comunale Bologna; Cristina Grieco – assessore Regione Toscana lavoro e formazione. Introduce e modera: Roberto Ciccarelli– giornalista “il manifesto”; Paola Galgani – segretario Camera del Lavoro Firenze; Francesco Laforgia – Senatore LeU. Introduce e modera; Riccardo Chesta – Scuola Normale Superiore.
Qui di seguito trovate il link per scaricare gli interventi dei relatori del mattino, ovvero della sessione Nuove forme di lavoro e di attività di produzione, alla quale hanno preso parte economisti, giuslavoristi, esponenti del sindacato. Abbiamo fatto questa scelta per rendere divulgativa un’analisi che auspichiamo possa essere utile a chiunque vorrà approfondire il tema e a chiunque vorrà adoperarsi per trovare risposte. Una sfida per il presente e per il futuro delle condizioni del mondo del lavoro con cui tutti noi siamo chiamati ad interagire.
Clicca qui per scaricare gli interventi>>>>> Interventi convegno Gig Economy 4.6.2018